giovedì 30 dicembre 2010

Ludovico Einaudi

Conoscete Ludovico Einaudi? Amo molto quest'artista e la sua musica. L'ho scoperto anni fa per caso, spulciando l'archivio musicale di un amico. Era il cd con più polvere sopra. Da allora non ho smesso di ascoltarlo, soprattutto quando sento il bisogno di estraniarmi dalla realtà, di chiudermi un po' in me stessa e cullarmi nella malinconia. Non riesco a trovare un brano che posso dire mi piaccia più di ogni altro, ma questo che oggi vi voglio lasciare è quello che più sento in sintonia con il mio carattere. Spero piaccia anche a voi. Ciao a tutti

giovedì 23 dicembre 2010

Buon Natale

Vorrei augurare Buon Natale a tante di quelle persone che a volerle elencare tutte dimenticherei di sicuro qualcuno. Una volta la mia cuginetta mi ha chiesto: secondo te quante persone servono per abbracciare il mondo? Cosa si può mai rispondere ad una domanda del genere? Ecco io oggi vorrei abbracciare tutto il mondo ma temo di non essere abbastanza forte per farlo. E le parole sembrano sminuire quello che si prova., la gioia e l'amore che in questi giorni non posso fare a meno di provare.
Quindi, a tutti voi che leggete, tantissimi auguri di Buon Natale!

E questo è un piccolo regalo per tutti voi. Questa canzone mi scalda il cuore. Spero piaccia anche a voi.

mercoledì 15 dicembre 2010

Perché?

Perché aspetto con trepidazione la fine della giornata per tornare a casa e poter parlare con te? Perché con te riesco a scherzare e a ridere? Perché quando parliamo sono felice e dimentico tutto? Perché sei così piena di vita anche quando sei stanca o qualcosa ti ha resa triste? Perché mi sento una bambina davanti a te e torno a quella pace dell'infanzia, a quell'innocente inconsapevolezza di quanto il mondo può, a volte, essere crudele? Perché, dopo essermi tormentata ore e ore per il caos che ho in testa, appena ti vedo sorridere non penso a quanto sia sbagliato tutto questo? Perché ti piace leggere come me e ti piacciono certe canzoni piuttosto che altre e la pensi in un certo modo che immancabilmente condivido? Perché sei intelligente e attenta? Perché bisogna sempre fare attenzione a ciò che si dice, a come lo si dice, a dire ma senza far capire? Perché riesco a sopportare tante parole cattive grazie alle nostre sdrammatizzazioni e grazie al fatto di poterle condividere con te? Perché sei arrivata così all'improvviso e in questo modo così irruente da far incrinare tutte le mie certezze?
La risposta è semplice: perché perché si scrive con l'accento acuto sulla e. :)

giovedì 9 dicembre 2010

Il mio PC ha fatto flop

Quando la tecnologia decide di abbandonarti, ti accorgi di quanto, in effetti, ne sei dipendente. Sono giorni ormai che il mio povero PC è in riparazione e non ho nemmeno ben capito se è possibile ripararlo. Se per miracolo sostituendo l’hard disk danneggiato, il sistema operativo dovesse ripartire, perderò comunque tutti i dati che avevo salvato sul disco. Che dire? Non ho parole. Sto riflettendo sulla mia superficialità nel non salvarli su una memoria esterna. Per fortuna avevo fatto una copia su un altro computer dei documenti più importanti, ma di sicuro perderò le cose più personali, tipo foto, canzoni, film e via dicendo. Non ne faccio un dramma; insomma ci sono problemi più gravi nella vita. Ma non posso non essere dispiaciuta. In tre anni e più avevo creato un mio piccolo mondo su quell’hard disk che all’improvviso ha deciso di farla finita. Per di più, c’è il fatto che è quasi una settimana che non guardo un film, non ascolto musica, non navigo in internet per rilassarmi un po’ dopo una giornata stancante. E ad accogliermi la sera nella mia stanzina piccola e fredda, è solo il mio tigrottino di peluche che sembra essere anche lui dispiaciuto per la perdita.
C’era da aspettarselo che prima o poi il mio PC avrebbe fatto flop ma ora che è arrivato il suo momento, un po’ male ci sono rimasta. Si tratta pur sempre solo di tecnologia e presto le cose, in un modo o nell'altro, saranno sistemate. Quindi, alla fin fine, dico: pas mal. Anche se, per il mio dispiacere, tutto sommato un abbraccio non l’avrei rifiutato.

martedì 30 novembre 2010

Quel giorno mi chiamò

Quando ero piccola mia madre mi portava con lei in chiesa. Approfittavo di quell'ora per vedere fino a che numero ero in grado di contare. Diventata abbastanza grande per rifiutarmi di andare, la domenica aspettavo fuori con mio padre e giocavo in piazza con gli altri ragazzini. Dopo pochi anni sono diventata un'adolescente irrequieta, indomabile, fuori dai canoni, contro tutto e tutti. Mi scagliavo soprattutto contro le convenzioni, contro le tradizioni, la disciplina, gli obblighi. E ovviamente nel mio rifiuto della società era compreso il rifiuto della chiesa come istituzione, e me ne andavo proclamando la falsità dei cosiddetti "religiosi". Finché una notte non ho fatto un sogno. Ho sognato di essere sull'altalena che ho in giardino davanti casa. Mi dondolavo, andavo sempre più veloce finché non mi sono ritrovata a fluttuare tra le nuvole e sono caduta su una di queste. Lì davanti ai miei occhi c'era una tavola lunghissima tutta bianca con attorno un mucchio di persone che parlavano tutte contemporaneamente e ad alta voce e non si accorgevano di me. All'improvviso in mezzo a tutti, proprio al centro c'era Lui, il Signore. Io spaventata mi rifugiai dietro una tenda e cercavo di osservare da lì. Mi resi conto che attorno a Lui c'erano solo sacerdoti, tutti tronfi, che però non facevano che parlare tra loro senza prestare troppa attenzione al fatto che in mezzo al loro c'era qualcuno di molto più importante. A quel punto il Signore si alzò, venne da me e mi disse: Non aver paura. Le parole contano poco. Le cose più importanti nella vita sono i fatti, i nostri gesti, la nostra capacità di amare gli altri gratuitamente senza pretendere di avere indietro qualcosa da loro. Vai al di là delle cose che appaiono, che vedi, non sono quelle che contano. Conta solo l'amore.
E da quel momento è quello che cerco di fare ogni giorno. Non badare a ciò che c'è al di fuori, ma sentire ciò che viene da dentro le persone che incontro. E' da quel momento che la mia vita ha acquistato un significato perché è da quel giorno che ho imparato ad amare.

      Era un giorno come tanti altri,
     e quel giorno Lui passò.

     Come lo sapesse che il mio nome
     era proprio quello,
     come mai volesse proprio me
     nella sua vita, non lo so.
      Era un’alba triste e senza vita,
     e qualcuno mi chiamò
     era un uomo come tanti altri,
     ma la voce, quella no.
     Quante volte un uomo
     con il nome giusto mi ha chiamata,
     una volta sola l’ho sentito
     pronunciare con amore.
     Era un uomo come nessun altro
     e quel giorno mi chiamò.

martedì 23 novembre 2010

Da facebook a Harry Potter

Io faccio parte di quella categoria di persone che non seguono le mode del momento. Ma non per scelta, non perché mi piace fare la sostenuta o perché amo distinguermi dalla massa. Semplicemente perché i miei interessi sono diversi. Eppure tutti gli altri, riescono a farmi sentire una sorta di marziana, tutta verde e con le antenne. Quando, alla solita domanda: ma tu hai facebook?, rispondo di no, vedo dipingersi sul volto dell'altro un'espressione, prima di sgomento, poi di curiosità e alla fine mi trovo sempre di fronte una faccia da pesce lesso che prova pena per me. Oppure mi capita di non poter partecipare ad una conversazione perché l'argomento è: "tutto quello che abbiamo fatto per accaparrarci l'ultimo libro di Harry Potter". Proprio oggi, tirata in ballo in una divertente discussione sulle ore di fila per il biglietto dell'ultimo film della saga ormai famosissima, ho educatamente sviato dicendo di non avere la passione per quel genere di letteratura. Reazione: hanno tutti assunto un'espressione costernata, provando una gran pena per me e per tutti coloro che non sono stati risucchiati dal vortice del maghetto. Io non critico le scelte o le opinioni degli altri: de gustibus non disputandum est. Anzi, sono sempre pronta ed aperta a conoscere nuove cose e ad imparare dagli altri, a discutere senza partire dal presupposto: tanto non cambierò mai idea. Però non capisco perché devo essere considerata 'strana' solo perché mi piace guardare i vecchi film in bianco e nero; leggere quei libri che nessuno sognerebbe mai di acquistare, quelli nascosti negli angoli degli scaffali delle librerie, di quell'autore sconosciuto che parla di se stesso e scrive male; sfruttare la tecnologia ma fino ad un certo punto per paura di essere risucchiata in meccanismi troppo virtuali e disumanizzanti. E' da condannare così duramente chi come me vorrebbe ancora provare l'emozione di ricevere una lettera? Una lettera vera, di quelle che trovi nella buca della posta. Magari una lettera d'amore.

giovedì 18 novembre 2010

Quando il caso decide...

Un ragazzo come te,
ahi ahi che gli farei.
Un ragazzo che mi parli di domani
e non lascia sogni
e piange per me.
Con te, con te, con te,
io voglio vincere con te.
Per te, per te, per te
che voglio ridere è per te.

Come hai detto tu, è stato un caso, anzi una coincidenza di situazioni che hanno esaudito una mia preghiera costante: il poter risentire la tua voce profonda, il tuo ridere sguaiato, i tuoi silenzi carichi di rimprovero e i tuoi sospiri pieni d'amore. D'amore per me. Cosa assurda quanto vera. Solo una parola conosco per descrivere cosa è successo ieri: un miracolo. Il mio cuore si è spalancato e si è riempito di tutto l'amore che provo per te e che tu provi per me. Lo so. Anche se non lo dici. Mi fai arrabbiare. E non mi importa cosa sia giusto o meno fare, cosa sia meglio per me, per noi, come ci si debba comportare. Puoi ripeterlo mille volte, e mille volte il mio cuore ti darà la stessa risposta. Non esiste e non esisterà mai nessuno che si incastri così bene nella mia vita come hai fatto tu e continui a fare anche se non sei qui; non esiste e non esisterà mai niente di simile a quello che in tutto questo tempo abbiamo costruito giorno dopo giorno. Sì, forse le cose sarebbero più facili, anzi saranno più facili con altre persone e in altre situazioni. E te lo auguro. Ma nessun'altro amore sarà pari al nostro. Per questo non posso fare a meno di essere felice. Per averti sentito, per aver saputo che stai bene, che dopo tutto questo tempo non mi hai dimenticata, che il nostro sentimento è sempre lo stesso. Grazie della bellissima giornata e ricorda che io ti aspetto e ti aspetterò per sempre.

Un ragazzo come te...sprecato.

venerdì 12 novembre 2010

Un po' di miele...

Sentire la sveglia e avere la sensazione di aver dormito solo cinque minuti; uscire di casa quando fuori è ancora notte e c'è la nebbia; essere lontani da casa, lontani dal quel fuoco scoppiettante e consolatore del camino; ascoltare una canzone in bicicletta rubando l'attimo alla corsa contro il tempo mentre l'aria pungente ci colora di rosso il viso, di un rosso che non si riesce mai a nascondere del tutto; riflettere sulle parole sbagliate purtroppo dette e su quelle giuste mai pronunciate; pensare a quanto importante era quello che un tempo avevamo e che per colpa nostra non potremo più avere; rimanere disarmati di fronte alla capacità dei bambini di ridere e di regalare un sorriso proprio nel momento in cui se ne sente un bisogno assoluto; vedere dal di fuori un mondo che gira e sul quale non riusciamo a saltare; sentire sempre quella paura nello stomaco di fronte all'ineluttabile, di fronte a ciò che non possiamo cambiare; guardare le foglie ingiallite d'autunno cadere e ricoprire la strada come la tristezza vela i nostri occhi; essere stanchi a fine giornata senza la forza di reagire ed arrabbiarsi; avere sempre quel groppo alla gola e temere di scoppiare in lacrime per quella parola fredda ricevuta con indifferenza, leggerezza e non curanza da chi ci sta a cuore; provare la sensazione di essere trasparenti, invisibili, di non avere un compito in questa vita. Pensare tutto questo e sorridere. Sorridere quando aprendo la finestra vediamo il sole; sorridere quando sentiamo il suono delle campane la domenica mattina; sorridere quando entrando in cucina ci investe l'aroma del caffè; sorridere quando fuori piove e noi siamo al caldo della solita coperta ormai consumata; sorridere perchè nonostante tutto amiamo la vita, la nostra vita così com'è.

Le parole d’amore non dette
ci vuole il coraggio di dirle
e poi che non vale la pena
di essere soli e delusi.
Mai.

mercoledì 10 novembre 2010

Per rompere il ghiaccio

Scrivere è difficile, scrivere bene è una dote naturale che non credo di possedere. Riuscire a scrivere, a tradurre in parole ciò che sentiamo è impossibile; iniziare a scrivere, trovare le parole con cui cominciare è davvero un'impresa eroica. Per lo meno per me. Eppure ho già scritto due frasi, il che mi fa ben sperare per il resto. Creando questo mio blog, ho voluto mettermi in gioco. Ho voluto fare un lavoro su me stessa. Ho sempre la sensazione di avere qualcosa dentro di me che non riesco a tirare mai fuori completamente, con nessuno. Eppure sono circondata da persone che mi vogliono bene. Ma credo che in tutti noi rimane sempre un angolo nascosto. Riuscire a parlare, a scrivere su un blog, ciò che ho relegato in posti bui e profondi della mia anima, confrontarmi con altre persone, con persone che non conosco, è un modo per affrontare le mie mille paure. E se sono arrivata a fare questo passo lo devo ad una persona importante. Ad una persona che mi sbatte sempre in faccia la verità; che mi fa notare sempre dove arrivano i confini che io stessa mi pongo ogni giorno e dove invece potrei tranquillamente arrivare; che mi fa sentire così piccola e insignificante da spronarmi a tirare fuori tutto il potenziale che c'è in me. Ed essere qui a scrivere di me stessa, è l'inizio di un viaggio che spero, anche grazie a chi vorrà avere la pazienza di sopportarmi, mi porterà ad oltrepassare quei muri che io stessa ho costruito intorno a me.