domenica 27 febbraio 2011

Madagascar 2




Ieri il mio sabato sera ha preso decisamente una piega positiva grazie a quel piccolo capolavoro che è il film di animazione Madagascar 2. Del resto, il fatto che io sia rimasta un po' bambina non stupisce affatto. Sono già pronta per il prossimo sabato, quando trasmetteranno "L'era glaciale". Madagascar è veramente un film fatto bene, sia il primo che questo. Li avete visti? I personaggi sono molto ben costruiti e dietro ad ogni battuta divertente c'è sempre una sottile ironia. Per quanto riguarda il secondo, la parte che mi è piaciuta di più in assoluto è quella delle trattative tra i pinguini e i sindacalisti delle scimmie. E' una perla. Ho cercato il video di questo spezzone ma non l'ho trovato e quindi ho caricato uno dei pezzi più divertenti: Moto Moto il re degli ippopotami che impazzisce per Gloria perché è la più "cicciottosa" che abbia mai incontrato!! Fa morire dal ridere. Anche se i sindacalisti non perdono il loro primo posto soprattutto quando alla fine per raggiungere il loro obiettivo, le scimmie tirano fuori le foto del capo dei pinguini in atteggiamenti compromettenti con la bambola caraibica! Una chicca.
Ritengo tutto il film decisamente istruttivo, a parte il fatto che la presenza dei pinguini in Africa potrebbe disorientare i bambini. Ma loro sono molto più intelligenti ed acuti degli adulti e delle differenze di razza, origine, provenienza, lingua, colore e così via, non se ne curano molto. E basta avere gli occhi e il cuore dei bambini per vedere, per sentire e per credere che, se lo vogliamo davvero, anche in questo mondo è possibile che un leone sia amico di una zebra, una giraffa si innamori di un ippopotamo e un pinguino sposi una bambola di legno davanti ad un lemure che crede di essere un re.

mercoledì 23 febbraio 2011

In morte della sorella Francesca, la frangetta

Da due giorni si è spenta la mia non proprio adorata, frangetta. Ne piango la scomparsa ma so che è tornata tra i suoi cari, quelle alghe informi che sono i miei capelli. E' stata una decisione difficile. In fondo Francesca la frangetta ha sempre svolto diligentemente il suo compito di nascondere la mia fronte troppo ampia. Tuttavia è stata una scelta obbligata. Considerando il basso tasso di crescita dei miei capelli, qualche millimetro l'anno, se per il matrimonio di mia sorella di luglio voglio dare una forma decente a questo ammasso di spaghettini che ho in testa, devo farli crescere e inevitabilmente deve crescere anche Francesca, e anche più in fretta degli altri. Se poi sarà il caso, la riporterò in vita ma ovviamente avrà un altro nome. Inoltre la mia parrucchiera, o per essere più trend, più cool, hair styler, che mi vede poche volte l'anno, mi ha consigliato di fare il sostegno. Ebbene sì, come al solito avevi ragione tu Andrea (d'altronde hai avuto sempre ragione tu, no?), per i miei capelli ci vuole un "sostegno". Ma siccome sono sottili ed infimi, bisogna provarci due mesi prima della data perché potrebbero non volersi gonfiare o potrebbero sgonfiarsi in un paio di giorni, mandando a monte la fatica e il mio sacrificio di pazienza. Perché andare dalla parrucchiera, per tagliare questi due fili d'erba che mi circondano il viso facendolo apparire più grosso e rotondo di quello che già è, per me è un'autentica tortura. Quindi, ragazze, quando fate la piastra per appiattire i vostri bei capelli gonfi, mossi, ondulati, spessi, forti, che hanno perfino una forma, pensate a chi come me vorrebbe avere il vostro stesso problema, se così si può chiamare. La verità è che ogni donna vede su di sé un particolare difetto e mai nessuno riuscirà a farle cambiare idea!

N.B.: se volete avere maggiori dettagli anche su Donatella, la padella o William, il ventilatore, fatelo presente alla sottoscritta e in uno dei prossimi post pubblicherò una loro breve biografia.

mercoledì 16 febbraio 2011

Mia sorella si sposa

Ebbene per la mia cara sorellina è arrivato il momento del fatidico sì! Fervono i preparativi e la sua agitazione cresce ogni giorno. Proprio questa mattina si è svegliata gridando al mondo intero (a me e mia madre, povere malcapitate) che mancano esattamente 5 mesi al giorno del matrimonio. Non avrei mai pensato che organizzare un tale evento fosse così stancante. Queste due settimane mi sono bastate per capire che è una vera impresa. Di sicuro non è vero che bisogna cominciare a pensarci un anno prima. Mia sorella si sta muovendo solo da qualche giorno e non sembra una missione impossibile. Tutt’altro. Ma ci sono cose che richiedono tanta pazienza ed è quella che a me spesso manca. Che dire? Potrei essere cinica come al solito, mostrare indifferenza e lasciare uno di quei miei commenti taglienti su quanto sarà difficile vivere notte e giorno sotto lo stesso tetto con la stessa persona per tutta la vita, soprattutto quando subentrerà la noia e non si avrà più nulla da dirsi. Ma non sarebbe affatto ciò che penso. Dietro la mia trincea di impassibilità, si nasconde un’anima troppo fragile per ammettere che io, cara sorella maggiore, ti invidio e ti ho sempre invidiata. Tu sei veramente una persona felice. Sei soddisfatta della tua vita, hai un lavoro che, per quanto piccolo, ti gratifica, hai un carattere forte, sai farti valere, riesci a non farti mettere i piedi in testa, hai idee chiare su tutto e hai trovato un bravissimo ragazzo che ti ama veramente e che ami davvero. Si capisce da come ti brillano gli occhi, ancora dopo tanti anni, ogni volta che parli di lui. Siamo sempre state l’una l’opposto dell’altra, con due caratteri completamente diversi che ci portano quotidianamente a scontrarci, con interessi del tutto contrastanti che non ci hanno permesso mai un compromesso. Ma la verità è che, sebbene possa sembrare tutto il contrario di tutto, io quella forte e decisa nonostante sia la minore, e tu quella timida e fragile, qui la vincente, mi tocca ammetterlo, sei tu. E non si tratta di invidiare il fatto che stai per sposarti, né che io mi ritenga una perdente. Siamo tutti diversi e ognuno fa il suo percorso. Ma invidio il fatto che hai sempre saputo quale fosse il tuo obiettivo e hai lottato con tutta te stessa per raggiungerlo. E ce l’hai fatta. Sarò la sorella e la testimone più orgogliosa del mondo quel giorno e piangerò a dirotto perché dopo tanti telefilm, mi ritroverò finalmente spettatrice davanti ad un lieto fine reale. Sai bene quanto sia difficile per me parlare dei miei sentimenti. E forse non riuscirò mai a dirti queste cose guardandoti negli occhi. Non sono mai stata in grado di dire a nessuno il bene che provavo e se con qualcuno l’ho fatto probabilmente ho sbagliato modi e tempi. Ma quando sei uscita da dietro quella parete, con l’abito lungo, bianco e luccicante, con quelle rose tra le braccia e la tua collana di perle, l’unica cosa che avrei voluto dirti tra le lacrime è che ti voglio un mondo di bene.

lunedì 14 febbraio 2011

Brothers ans Sisters



Un post leggero questo. Voglio parlarvi di una serie televisiva. Si tratta di uno dei miei telefilm preferiti ed è l'unico della mia lista nel quale mancano assassini, omicidi e polizia che indaga! Non so se lo conoscete, ma si tratta della storia di una famiglia americana, diciamo allargata, ma non di una "tipica" famiglia americana. Molto spesso ci troviamo di fronte a dei perfetti modelli "repubblicani" e quindi conservatori, della vita. Ma in questo telefilm invece c'è un po' di tutto, dal matrimonio del figlio gay con il suo fidanzato alla campagna elettorale di un repubblicano per il seggio al Senato. Di sicuro c'è da ridere, soprattutto quando tutti e 5 i figli parlano contemporaneamente al telefono con la loro madre per spettegolare sull'ultima conquista della sorella più grande fresca di divorzio. Ma ci sono anche i problemi e le difficoltà e quindi i momenti più tragici e tristi. Dal canto mio, una puntata sì e una no scoppio in lacrime, ma forse sono io che sono particolarmente sentimentale. Ci sono matrimoni falliti, aborti, infarti, malattie varie, ma anche tante scene divertenti tra nuovi arrivi e ritorni dal passato, il tutto condito dal legame che unisce tutte quelle famiglie dove c'è amore. Non rivelo più di questo per chi volesse guadarlo. Io sono alla quarta serie ma su internet cominciano già ad esserci le puntate della quinta che vanno adesso in onda negli Stati Uniti. In Italia credo che stiano mandando la terza serie su La5 o qualcosa del genere. Personalmente lo consiglio. E' fatto bene e, ve lo assicuro, non comporta notti in bianco!!

mercoledì 2 febbraio 2011

E tu di che colore sei?

Leggendo il libro “Il ragazzo dagli occhi blu”che aveva sviluppato una sorta di sensibilità particolare per i colori associandoli alle parole, mi sono fermata a riflettere sul fatto che a tutti sarà capitato di farla, questa associazione intendo. Ora starete pensando: “Ma questa qui non ha nient’altro da fare che pensare a queste cose?”. E avete ragione a pensarlo. Tuttavia, ho scoperto che il concentrarmi su una parola, un nome, una persona cercando di associare loro un colore, mi rilassa, mi aiuta a distendermi riuscendo ad attenuare, in parte, l’effetto di tutta la caffeina che assumo da quando mi sveglio a quando riesco ad infilarmi nel letto. Alla fine della mia analisi sono giunta alla conclusione che: mio padre è sicuramente rosso, di un rosso acceso, forte come l’amore che provo per lui; mia madre invece è di un rosso meno acceso, perché lei forse mi ama anche di più ma lo fa con discrezione, un po’ nell’ombra, una presenza costante che sai che è lì anche se non si fa vedere e mi lascia vivere le mie scelte in piena autonomia. Mia sorella è decisamente rosa, rosa confetto, perché nonostante sia più grande di me anagraficamente, è molto più esile e bassina ma sempre vestita di tutto punto, elegante e femminile. La mia migliore amica invece è blu, un blu piuttosto scuro, lei direbbe blu “Armani”, alta, snella, intelligente, molto intelligente, la mia enciclopedia tascabile, seria e austera, timida e ingenua, incontaminata direi, innocente come spero che rimanga sempre. L’Università, il mio vivere ormai fuori casa, lo studio e tutto ciò che ruota intorno ad esso sono decisamente verdi, di un verde un po’ scuro, un verde a metà tra speranza e delusione, perché, è ovvio, le sconfitte ci sono, ma sullo studio sto puntando tutto per costruire il mio futuro. Futuro che però è bianco, bianco come una pagina vuota che soltanto io posso riempire dei colori che più mi piacciono. Il weekend è giallo perché, a seconda di come lo trascorrerai e soprattutto con chi, può sfociare in un giallo canarino, bello e solare, o in un giallo ocra, opaco e spento. Il lunedì è nero, e in questo caso, non credo sia difficile immaginare il motivo. I miei amici ormai sparsi…e persi per il mondo sono tutti azzurri, azzurro cielo però, perché invece azzurro mare è il colore della serenità, di quando mi rintano sotto le coperte, spengo la luce e, pensando al domani, mi addormento sorridendo. L’egoismo di tante persone intorno a me è viola, viola melanzana, quel viola dei preti durante la Quaresima, un viola veleno, che poi il veleno è viola? La musica è blu elettrico, blu metallico, mentre i libri, i miei libri, sono rossi, magenta anzi perché ognuno di loro ha una sua storia e un suo perché e ognuno di loro mi ha portato a vivere in mondi diversi e sconosciuti di cui, anche solo per un attimo, mi sono sentita, veramente parte. Il mio piccolo paese appollaiato sulla collina è grigio fumo di Londra d’inverno, quando ti avvolge nel suo torpore denso dell’odore dei camini accessi e della legna che brucia, ed è verde oliva d’estate quando tutto rinasce, gli ulivi fioriscono, il centro si popola ed io torno a stare tra la mia gente che mi riaccoglie sempre con la sua invadente semplicità. Le partenze sono sicuramente verde chiaro, cariche di aspettative, ma il viaggio secondo me è grigio, per lo meno il "durante", perché le cose che vedi, che impari, che scopri, immancabilmente le apprezzi sempre…dopo. Il dolore è giallo, giallo limone, giallo acido, il giallo di quell’amaro in bocca che non sai come tirare fuori, quella morsa allo stomaco che cerchi di strapparti via ma sembra sempre troppo forte per le tue capacità, ma che se tieni duro prima o poi sconfiggi. Io non so di che colore sono, spero di essere una specie di arlecchino, in modo da avere a disposizione e usare all’occorrenza, il colore che più è adatto alla situazione e al mio umore. L’affetto, il bene che ti voglio, è sicuramente arancione.