martedì 30 agosto 2011

Battaglie estive

Questa è stata l'estate delle grandi battaglie. Ho dovuto impegnare me stessa anima e corpo a combattere contro nemici implacabili. Sono al limite delle forze ma la guerra non è ancora finita. Credo di essere un tipo pacifico e ho tentato di scendere a patti e prevenire lo scontro. Mi sono impegnata in lunghe trattative per cercare di raggiungere un compromesso. Ma loro niente, non hanno voluto sentire ragione. E allora mi sono munita delle armi più potenti che ci siano in circolazione, soprattutto armi chimiche e batteriologiche, le mie preferite. In realtà non si sono rivelate così efficaci come pensavo. Riescono a distogliere la loro attenzione per un po' ma l'effetto è solo di breve durata e la vera battaglia comincia soltanto dopo. Le senti quando arrivano, ti guardano negli occhi, prendono la rincorsa e vengono verso di te assetate di sangue. Sì, puoi tentare di scappare ma sono più veloci e prima o poi ti trovano sempre. Ho cercato di mimetizzarmi il più possibile tra la folla, camuffando con vari mix di profumi l'odore inconfondibile di anidride carbonica che pare abbia la mia pelle, ma mi hanno sempre trovata. Alla fine dei conti è con grande dolore che devo ammettere che hanno vinto. Sì, mi arrendo. Mi avete presa, fate di me ciò che volete. Sono una vittima inerme, senza più forze nè volontà di combattere. Mi ritiro sventolando la bandiera bianca in segno di resa e con 40 gradi all'ombra sarò costretta ad indossare i jeans più pesanti che ho. Perché le mie gambe, il vero campo di battaglia, sono coperte da 45 punture di zanzare, le mie nemiche.

martedì 9 agosto 2011

Sono una tuttofare

Sono fatta così, ormai lo sapete anche voi: devo avere tutto sotto controllo. E allora parlo troppo perché parlo con me stessa e mi organizzo la vita passo passo. Il problema è che poi inizio ad organizzare la vita anche di chi mi sta accanto, che magari di programmi come i miei non ne ha bisogno. Io ho la brutta abitudine di fare e disfare a mia totale discrezione qualunque cosa si presenta sul mio cammino. E questo purtroppo è un difetto che mi ha fatto costruire e distruggere tante cose buone che avevo nella vita. Sono piccola fisicamente ma credetemi, quando sono in forma, ho la delicatezza di un carro armato. Prendo la rincorsa, ingrano la quarta e parto a tutta velocità travolgendo tutti e tutto. Faccio tutto io. Questa è un'accusa ricorrente nei miei rapporti con gli altri. E la cosa buffa è che assolutamente vero: sono una tuttofare. Sono eccessiva. Sarà che ho tutta questa voglia di fare, di dare, di amare, che non riesco a contenermi e divento immancabilmente eccessiva. Rido, piango, accelero poi freno all'improvviso, accuso, poi mi pento, mi scuso, sorrido e ricomincio da capo. Faccio un sacco di strada, finisco il giro, riparto dal via dopo mille imprevisti e probabilità, cado, mi rialzo, pasticcio, intreccio, rimetto in ordine e scombussolo tutto di nuovo. Ad un certo punto mi stanco, è anche normale. Mi fermo a riprendere fiato e ti trovo lì. Sei lì immobile e premuroso a guardarmi con quei tuoi occhi dolci come fossi un bambino ai primi passi che cammina incerto, barcolla e poi cade. Sei lì, in silenzio, ad aspettarmi. Lo hai fatto per così tanto tempo che ormai sei abituato. E quando finalmente mi fermo a guardarti a mia volta, trovo in te consolazione a questo mio tormentato viaggio, la mia unica grande certezza: l'amore che provi per me.

martedì 2 agosto 2011

Immobile

No, io proprio non so stare ferma. Soffro in questa condizione di immobilità costante, perché sono queste le situazioni in cui mi fermo a pensare e se penso immancabilmente mi logoro. Mi fa male la testa a pensare, vorrei solo poter staccare il cervello, metterlo un attimo in standby. Voglio ritrovare il piacere di una bella dormita, di quelle che ti sveglia la mattina e ti senti assolutamente riposata e in pace con il corpo e la mente; una di quelle dormite che puoi fare solo dopo una giornata assurda passata a correre qua e là senza un attimo di respiro. Qui invece le giornate scivolano senza un senso, senza mai acquistare un significato, quasi fossimo in una bolla di sapone senza poter sentire il rumore di ciò che si muove al di fuori. Dentro di me c'è una perenne sensazione di instabilità, l'angoscia dell'attesa, l'inquietudine di non sapere dove, come, ma soprattutto quando. Ho bisogno di piani, di programmi. Cerco di essere un altro tipo di persona, ma non lo sono. Io sono una persona che programma, progetta e pianifica tutto e questo vivere nel caos dell'ignoto mi agita. Che poi ogni tanto sarebbe gradita anche una sorpresa, bella possibilmente.


Lasciami sognare
lasciami dimenticare
lasciami... ricominciare a camminare
a passi... più decisi
e fammi immaginare
quanto ancora ho da fare
forse crescere e invecchiare
quanto ancora ho d'amare

quanto ancora ho d'amare.