domenica 24 luglio 2011

Come un cervo

Spendiamo un sacco di tempo a cercare lontano quelle risposte che sappiamo di poter trovare soltanto dentro noi stessi. Il confine tra giusto e sbagliato è sempre molto labile e credo che qui addirittura la questione sia un'altra: dove stiamo andando? Perché amarsi non è guardarsi negli occhi ma guardare entrambi nella stessa direzione. Come al solito ho la sensazione di essere un grosso elefante che cammina sui cristalli, ho l'impressione di rompere qualsiasi cosa io sfiori ad ogni passo che faccio. Sarà nella mia natura questa tensione costante, questo mio non trovare pace, questo nervosismo perenne che non mi permette di godere il piacere di un grosso sospiro di sollievo. Appena riesco a mettere a posto una cosa, se ne rompe un'altra, appena ristabilisco un equilibrio arriva qualcosa a rimettere tutto sottosopra. E torno ad essere stanca, come quando mi sveglio la mattina e mi sembra di aver dormito solo cinque minuti. Cerco di aggrapparmi alle sponde del letto e alzarmi comunque, così come cerco di trovare la forza per affrontare le tante sfide che mi aspettano in futuro. E intanto, mentre mi riposo e recupero le forze, rimango ferma ad osservare la situazione, a studiare le mosse di questo strano destino, in attesa di un suo gesto, di un suo movimento, in attesa del momento in cui scoprirà le carte e mi servirà su un piatto d'argento il suo asso nella manica. Rimango ferma senza far rumore, in silenzio, in ascolto, con gli occhi attenti e le gambe pronte a fuggire in caso di pericolo. Rimango ferma immobile in attesa della prossima sfida da affrontare, proprio come faceva quel cervo oggi nel bosco, che ci scrutava attraverso i rami, che non ci staccava di dosso quegli occhi grandi pieni di determinazione che, in quella atmosfera ovattata di una giornata grigia, sembrava volessero dirmi di stringere i denti e continuare a lottare.



lunedì 18 luglio 2011

Palloncini

 
Organizzare un matrimonio richiede un anno abbondante di preparativi che culminano nelle due settimane appena precedenti il grande giorno. Sono stata sommersa dagli impegni, dalla gente, dalle preoccupazioni e dal caldo. Certo non era il mio, di matrimonio, ma sentivo la responsabilità di far filare tutto liscio, neanche fosse stata colpa mia la non riuscita di qualche dettaglio che mia sorella sicuramente avrebbe notato. Credo di aver fatto tutto ciò che era in mio potere, credo di aver dato tutto ciò che era nelle mie possibilità, credo di esser rimasta nel giusto ruolo di sorella della sposa senza rubarle più di tanto la scena come invece pare che in Inghilterra sia di moda nelle nozze reali. Non mi sono fermata un attimo, ero una trottola impazzita. Nel ciclone dei preparativi ho coinvolto, nel bene e nel male, le persone a cui tengo di più, risucchiandole come un vortice incontenibile nelle "cose da fare" appositamente segnate da mia sorella in uno dei suoi mille elenchi e depennate tutte da poco, il tratto è ancora fresco. Tutto è già tornato in ordine, le luci si sono spente, è calato il sipario, il pubblico è andato via. E io mi ritrovo qui sul palco a guardare le tende rosse di questo teatro vuoto. Oggi è lunedì, bisogna trovare qualcosa da fare, per tenersi occupati, per riempire le giornate. Mi aggiro per casa senza una meta, non ho voglia di sentire altri pianti. Esco fuori in giardino, guardo l'arco ancora addobbato, sento ancora l'odore pungente della plastica dei palloncini ormai sgonfi e buttati lì in un angolo tra i fiocchi e i nastri. Sospiro. Questa sorta di apatia deve finire, ho metà armadio in più da riempire.

venerdì 15 luglio 2011

10 cose che odio di te

1 Ti odio quando mi guardi, parli con i tuoi amici con un'aria indifferente e non ti volti mai verso di me mentre io aspetto impaziente che tu mi conceda un tuo sguardo.
2 Ti odio quando non mi scrivi per ore, sparisci immerso nel tuo lavoro e mi sembri così inafferrabile che la mia testa non ragiona più in quei momenti.
3 Ti odio quando non parli e ti chiudi in te stesso, quando non mi rendi partecipe dei tuoi piccoli problemi quotidiani e mi lasci lì a divorarmi nel rimanere a guardare da spettatrice la tua vita.
4 Ti odio quando mi permetti di lamentarmi per ore senza dire una parola e senza reagire, aspettando in silenzio che finisca le mie assurde battaglie contro il mulino a vento della tua testardaggine.
5 Ti odio quando con quell'espressione seria da uomo maturo mi dici che faccio la bambina perché in quelle occasioni hai sempre assolutamente ragione e questo il mio orgoglio fa fatica ad accettarlo.
6 Ti odio quando ti fermi ad ammirare un particolare di una casa, di una costruzione, il soffitto di una stanza, perfino un pannello solare che per me è solo una macchia nera su un tetto, ma che tu guardi con occhi pieni di interesse tanto che sento una punta di gelosia in fondo allo stomaco.
7 Ti odio quando sorridi e saluti mia madre o parli con lei con quel tuo modo di fare spontaneo perché mi sembri così maledettamente perfetto da mangiarmi le mani per aver aspettato così tanto.
8 Ti odio quando mi lasci la mano per paura che qualcuno ci veda come fossimo due ladri beccati in flagrante a rubare qualcosa di estremamente prezioso e delicato come credo che sia il sentimento che ci lega in questo momento.
9 Ti odio per tutte le cose che non mi hai detto, che continui a non dirmi, per i tuoi silenzi e i tuoi rimproveri, perché ci sono momenti in cui riesci a farmi sentire la persona più importante al centro della tua attenzione ma già l'istante successivo sembra che tu abbia dimenticato anche il mio nome.
10 Ti odio perché non so come, non so quando e non so perché, sei riuscito a farmi innamorare di te.

mercoledì 6 luglio 2011

Un ragazzo come te

Un ragazzo come te
ahi ahi che gli farei
un ragazzo che mi parli di domani
e non lascia i sogni
pianger per me

Sapevo che eri una persona speciale, ma non immaginavo così tanto. Grazie. Ora so che ci sarai sempre per me e questo mi dà una tranquillità assoluta. E sappi che io ci sarò sempre per te in qualunque momento. Se cento volte chiamerai, cento volte io ti risponderò.

E' proprio vero che un ragazzo come te...è sprecato.